8 novembre Circolo dei Lettori: presentazione SHAKESPEARE/POEMETTI

È con un progetto speciale dedicato a Shakespeare che prende il via l’11° edizione di PAROLE D’ARTISTA: martedì 8 novembre alle ore 18.30, presso la Sala Gioco del Circolo dei Lettori di Torino in via Bogino 9, verrà infatti presentato il cofanetto SHAKESPEARE/POEMETTI dedicato alla traduzione e alle versioni sonore che Valter Malosti ha realizzato, in collaborazione con il sound designer G.u.p. Alcaro, dei due poemetti shakespeariani VENERE E ADONE e LO STUPRO DI LUCREZIA.
Il cofanetto è pubblicato nella collana VIVA VOX.

All’incontro parteciperanno, oltre a Malosti e Alcaro, lo scrittore, docente e poeta napoletano Gabriele Frasca e l’editore Luca Sossella.
Tema dell’incontro sarà il raffronto tra il concetto di letteratura, emerso con la diffusione della carta e la successiva rivoluzione tipografica, e pienamente affermato con l’esplosione della stampa periodica, e il fenomeno essenzialmente
linguistico ben più complesso, dell’arte del discorso, che ha attraversato nel corso del tempo una varietà di supporti,
stratificandosi a ogni nuova incarnazione mediale e assorbendo ogni volta le sue forme precedenti.

I poemetti saranno poi presentati in forma di concerto venerdì 11 e sabato 12 novembre al Superbudda di Torino.

A viva voce
Jean-Luc Nancy in quella pagina esemplare di All’ascolto scrive che ascoltare significa penetrare in quello spazio da cui si è nel contempo aperti: perché l’ascoltare si apre in noi tanto quanto attorno a noi, e a partire da noi tanto quanto verso di noi: si apre in noi così come fuori di noi. Ed è per questa doppia, quadrupla o sestupla apertura che un sé può avere luogo.
Essere in ascolto vuole dire essere aperti dal di fuori e al di dentro: l’io per lo specchio del tu, dall’uno nell’altro per l’altro. L’ascolto è la divisione che fonda la partecipazione, la separazione che determina il contagio.
La voce, sembrerà azzardato, è anche la forma, il senso, più attuale della parola “scrivere” nell’accezione moderna elaborata a partire da Proust, Adorno, Benjamin fino a Blanchot, a Barthes e all’archi-scrittura di Derrida – non è altro che far risuonare il senso al di là del significato. Questo lo capisce anche un bambino, significa vocalizzare un senso che pretendeva di restare, nell’autorità unica, sordo, muto, riducendosi all’immobilità del segno.
Che cosa significa leggere in silenzio senza intendere il timbro di una consonante senza risonanza? Francis Ponge scrive che non solo ogni poesia, ma qualsiasi testo comporta, cum-porta, la propria dizione.
Che cos’è lo stile? Non posso non ricordare ancora una volta Vittorio Gassman, un maestro con cui ho determinato, leggendo, rileggendo, registrando, cancellando, registrando di nuovo e ancora, la (mia) fondazione della voce.
Lo stile è la tonalità, il colore, l’andatura, sì, tendiamo sempre al numero e all’armonia che la voce, principio di astrazione, fonda, sparendo, nel corpo, per la carne che risuona. Il luogo della parola che ci ospita e non ci com-prende, ci lascia imprendibili, invitati che invitano l’invitante: quel luogo è l’essenza della voce, riconoscere la lingua che da altri ci parla significa pronunciare l’implacabile legge dell’ospitalità.

Luca Sossella